Il chipset di fascia alta previsto per il 2021, l’Exynos 1080 di Samsung, è stato testato su AnTuTu: i suoi risultati superano quelli dello Snadpragon 865+ montato sul Galaxy Note 20 Ultra.
Giusto ieri vi avevamo informato che Samsung lancerà ad inizio 2021 un nuovo chipset che ribadiamo sarà destinato ai dispositivi di fascia alta con modem 5G: l’Exynos 1080.
Potete farvi un idea della sua architettura nel nostro procedente articolo.
Ci sarà poi un altro chipset ancora più potente, si parla dell’Exynos 2100, destinato solo per i dispositivi top di gamma.
Oggi l’Exynos 1080 è tornato a far parlare di se, dato che sul web sono state diffuse le prime informazioni sulle sue presunte potenziali prestazioni.
Il chipset infatti è stato testato sul Benchmark AnTuTu tramite uno smartphone prototipo con nome in codice “Orion”.
Vi diciamo fin da subito che questi sono test preliminari, e quindi vanno presi con il giusto distacco emotivo.
Di fatto l’Exynos 1080 è riuscito ad ottenere un punteggio complessivo di su AnTuTu di 693.600 punti, evidenziando che la CPU e la GPU ottengono punteggi più elevati rispetto allo Snapdragon 865+ utilizzato sul Galaxy Note 20 Ultra.
Secondo quanto riportato da AnTuTu, la CPU è composta da quattro core Cortex A78 che raggiungono i 3Ghz di clock, e da quattro altri core Cortex A55.
La CPU ha raggiunto un punteggio di circa 181.000 punti, decisamente più alto rispetto a quelle del Galaxy Note 20 Ultra che a livello di CPU si ferma a 169.000 punti.
Va comunque detto che non si tratta del punteggio più elevato in assoluto su AnTuTu, dato che altri smartphone con chipset Snapdragon 865+ possono superare nel test CPU anche i 185.000 punti (Asus Rog Phone 3).
Altro test interessante riguarda la GPU dell’Exynos 1080, ovvero la Mali-G78.
La Mali-G78 secondo AnTuTu può raggiungere quasi i 300.000 punti nel Benchmark, superando di netto le prestazioni della GPU Adreno 650 che al massimo sfiorano i 260.000 punti nei migliori dei casi.
Potete farvi un idea delle potenzialità di questo smartphone prototipo “Orion”, con 8GB di ram LPDDR5 e 512GB di memoria interna UFS 3.1, confrontandolo con gli attuali dispositivi top di gamma:
Sicuramente il passaggio al processo produttivo a 5nm aiuterà sensibilmente i nuovi chipset a consumare di meno, garantendo un autonomia migliore pur migliorando sensibilmente le prestazioni.
Fonte: Via
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Salve sono un blogger laureato in Economia Aziendale presso l’università di Pisa e scrivo su argomenti che mi piacciono o mi interessano che fanno parte del mondo del High-Tech, degli smartphone e Android.