Samsung rinnova le licenze Android affermandosi con Google

Silvia
23 Mag 2019

Samsung rinnova le licenze Android e ci tiene  a sottolineare la continuazione di una collaborazione stabile e affermata con Google che si consolida in questi giorni

Google: Samsung rinnova le certificazioni Android

Dopo l’esclusione di Huawei dai servizi Google e tutto ciò che gli concerne, incluse le versioni beta del prossimo aggiornamento di Android Q, Samsung vuole assicurarsi che il suo rapporto con Google appaia agli occhi del mondo quanto più stabile possibile.

Samsung rinnova le licenze Android ma deve attenersi alle regole imposte da Google

L’opinione pubblica in questo momento è quanto di più fondamentale, Huawei appare screditata agli occhi dei futuri clienti e i prodotti in uscita non riscuotono il successo desiderato.

Basti pensare all’ultimo top di gamma della divisione Huawei presentato nelle ultime ore, l’Honor 20 Pro non ha ottenuto la certificazione di Google e non può essere venduto in Italia.

Le linee già in commercio come Huawei P20 e P30 si trovano nel web a prezzi più che allettanti, questo perchè i rivenditori vogliono sbarazzarsi dei dispositivi del brand, nonostante le rassicuranti notizie che riguardano gli smartphone e i tablet attualemnte sul mercato che potranno continuare ad utilizzare Android.

Samsung non vuole correre rischi seguendo le sorti mediatiche di una delle sue più grandi concorrenti e annuncia il rinnovo delle licenze Android.

Per garantirsi la collaborazione con Google, Samsung ha firmato un contratto che prevede il rinnovo delle licenze a patto che vengano rispettate alcune clausole, una di queste prevede che le applicazioni di big G siano preinstallate sui dispositivi e che parte di esse, come per esempio il Play Store, siano collocate nella home degli smartphone.

Alcune applicazioni di Google devono essere facilmente raggiungibili, gli utenti non devono compiere percorsi obbligati per trovarle, pertanto non devono essere oscurate da altre applicazioni presenti nelle UI sviluppate dal produttore.

Altre applicazioni secondarie possono essere collocate anche ad un secondo livello ma non di più. Certamente le applicazioni di Google e quelle di Samsung possono tranquillamente convivere nella schermata principale dei dispositivi ma si tratta comunque di una forzatura, una di quelle forzature che non piace all’unione europea.

Le autorità antitrust europee hanno riscosso già una multa di $4,3 miliardi da Google per aver fatto firmare ai produttori accordi di esclusività che prevedono la preferenza verso le proprie app, scelta obbligata se vogliono utilizzare a tutti gli effetti il sistema operativo Android sui propri dispositivi.

Comunque sia, a beneficiare di tutta questa situazione è la stessa Samsung che sta per accaparrarsi un’importante fetta di mercato, quella che sta perdendo Huawei dagli Stati Uniti e non solo, il compromesso con Google a confronto è solo un piccolo prezzo da pagare.

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